Il forte di Sainte Agnes

Dopo un ferrato studio della seconda guerra mondiale, abbiamo deciso, insieme alla prof. Bonetti di visitare, durante la gita in Costa Azzurra, un forte della Linea Maginot: il forte di Sainte Agnes che si trova vicino a Mentone.Esterno
Il forte di Sainte Agnes fu costruito tra il 1932 e il 1936, scavato nella roccia e dotato di grandi pezzi d’artiglieria. Complessivamente la struttura occupava una superficie di 2.000 m², potendo alloggiare 300-400 uomini per un periodo di 3 mesi in totale autosufficienza. Il forte rappresentava l’ultimo collegamento prima del mare della Linea Maginot e contribuì ad arrestare l’avanzata delle truppe italiane verso la Francia.
Il forte di Sainte Agnes sarebbe dovuto servire per respingere un attacco da parte dei
nazisti ma, di fatto, è stato utilizzato solo con attacchi di minima portata, dal momento che la guerra su quel fronte ha avuto breve durata.
Arrivati lì, dopo aver fatto una sosta al bar, siamo entrati nel forte e siamo stati accolti da una guida che tentava in tutti i modi di parlarci in italiano.
La prima cosa che abbiamo visto, dopo il ragno che ci penzolava sulla testa, è stata un video che spiegava velocemente l’utilità del forte e descriveva il piccolo paese di Sainte Agnes: dal video sembrava che i soldati che vivevano nel forte fossero felici, come se stessero in vacanza.
Ci siamo poi introdotti lungo stretti corridoi che ci hanno portato alla cucina.

Questa era attrezzata con enormi teglie che servivano per centinaia di soldati e pentole ancora più grandi che un tempo venivano riempite d’acqua da diversi lavandini arrugginiti che la guida ci ha mostrato.
Abbiamo visto che i soldati dormivano in camerate con letti a castello fatti interamente di ferro e con poco legno, questo perché in caso di incendio il legno avrebbe favorito la propagazione delle fiamme. Nella foto potete vedere delle assi di legno, ma si tratta di una ricostruzione successiva.
Un’altra parte molto importante del forte era la sala dei calcoli che serviva a compiere le operazioni necessarie per centrare l’obiettivo, anche se molto lontano.
Questi erano invece gli imponenti mortai:

C’era poi la parte adibita alle comunicazioni, che serviva appunto per comunicare da una parte all’altra del forte attraverso dei particolari segnali che apparivano su una specie di orologio circolare con una lancetta che segnava appunto il messaggio mandato.Messaggi
Pensiamo che visitare un forte della linea Maginot sia stato interessante: ne è valsa totalmente la pena e ve lo consigliamo come tappa turistica. Abbiamo entrambi ammirato tutto ciò che si trovava all’interno, ma ci ha colpiti specialmente la tecnologia avanzata del forte. Purtroppo però un’altra grossa parte del forte è rimasta inaccessibile per una questione di sicurezza e di manutenzione, a causa di ciò ci siamo rattristati molto.

Frapo e Fiorenzo

 

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